respiriamo di nuovo aria più fresca.
Amo la campagna, di prima sera,
e la mestizia dell’argenteo inverno.
Sprizzerà nel campo che s’abbuia
il primo focherello serale;
e sopra il villaggio sarà sospeso
nel tramonto scarlatto un fil di fumo.
Crocida pigramente una cornacchia,
un sonaglio tintinna lontano.
Quando fra bianche ciocche annega
nei campi l’abete abbandonato,
e scaglia e svelle e insegue l’argento
sopra il giardino la selvaggia bufera,
arda il mio caminetto di ferro
sopra un mucchio di pietre d’oro,
in mezzo a lievi anelli fiammeggianti
guizzi un crepitante rubino.