Castello Freschi-Piccolomini nel Borgo Antico di Cordovado, Pordenone
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OMAGGIO ALLE ROSE
Sono molti i tipi di rosa utilizzati in profumeria ma l'essenza in assoluto proviene dalla Rosa damascena, coltivata in Bulgaria e Turchia, utilizzata con fare sapiente per produrre l’acqua di rosa. Il tipo più pregiato proviene dalla valle di Taif in Arabia Saudita. È estremamente delicato e con una produzione di molto inferiore rispetto alla media: è apprezzatissima, raccolta soltanto nei mesi di marzo e aprile dall’alba fino alle sette del mattino
rosa antichissima e rifiorente
Non si può resistere alla sensualità che emana la Rosa Damascena con il suo profumo e la sua opulenta texture. Coltivata essenzialmente in tre paesi: il Marocco, la Turchia e la Bulgaria per la sua preziosa essenza usata nella composizione dei profumi più raffinati, la Damascena decorerà il giardino con la sua teatrale presenza. Sembra essere la prima rosa rifiorente fra le rose antiche. Certamente la caratteristica della rifiorenza autunnale le è stata trasferita dalla Rosa moschata - per cui è detta anche ‘Autumn Damask’ o ‘Damascena Autunnale’ - e di cui si hanno notizie verso il decimo secolo prima di Cristo nell'isola di Samo. Si narra che fiorisse due volte all'anno e che venisse utilizzata nel culto di Afrodite.
Nel 450 a.C. Erodoto narra che nei giardini del re Mida, in Macedonia, fiorivano rose, ciascuna con sessanta petali, dal profumo più inebriante che mai avesse annusato. È possibile che il re avesse portato le sue rose in Macedonia dai suoi giardini dell'Asia Minore e che da qui, in seguito, si fossero diffuse in Grecia ed in Italia. Note storiche, fanno dedurre che potrebbero essere proprio petali di Rosa damascena quelli che adornavano come tappeti il suolo nei convivi romani e che profumavano le coppe d'acqua offerte dopo i banchetti. Ancora petali di Damascena dovrebbero essere quelli che inebriarono con la loro essenza la celebre nave sulla quale Cleopatra attese Antonio! In realtà è una rosa che nel tempo ha assunto svariati nomi come nel I secolo a.C. quello di 'biferique Rosaria Paesti' assegnatole da Virgilio nelle sue Georgiche dove decanta la ripetuta fioritura delle rose di Paestum. Affreschi raffiguranti questa rosa sono stati rinvenuti tra le rovine di Pompei, distrutta nel 79 d.C.
La letteratura e la pittura classica romana ci tramandano dunque segni di queste rose, le cui tracce si perdono al momento della dissoluzione dell'impero. Nel X secolo, lo scienziato arabo Avicenna affermava che la stessa rosa era largamente coltivata in Siria per la fabbricazione dell'acqua di rose e per medicamenti. Nel XII secolo comparve in Spagna e l'agronomo Ibn-al-Awam la descrisse con abbondanza di particolari come R. damascena bifera, suggerendone l'origine mediorientale. Il nome di R. damascena 'bifera' indica con damascena la loro appartenenza al gruppo di rose naturali profumatissime e presumibilmente originarie di Damasco e con bifera dal latino bis fero "porto due volte" la loro notevole capacità di rifiorire, fatto del tutto inusitato per le piante dell'epoca.
La stessa rosa riappare nell'Europa medievale all'epoca delle Crociate e più esattamente in Francia nel 1254 per opera di Robert de La Brie.
Conosciuta anche nella Spagna, nel XVI secolo i coloni spagnoli l'esportarono a Cuba,
'Rosa di Alessandria' secondo la spiegazione dell'epoca riportata nell'opera
De Rosa et partibus eius del botanico spagnolo Nicolas Monardes che affermava la sua importazione da parte degli Arabi e dei Mori dall'originaria città d'Alessandria.
In seguito le è stato attribuito il nome moderno di ‘Quatre Saisons’ per la sua eccezionale fioritura durante l'arco di tutte e quattro le stagioni. Non è proprio vero, ma quasi!
Molte delle rose damascene in realtà, non sono rifiorenti, ma quelle che presentano tale caratteristica, come appunto la Rosa damascena 'bifera', producono una serie di fioriture ad intervalli regolari di circa sei settimane fino al tardo autunno, tanto che nell'Italia del
XVII secolo erano conosciute come le rose di ogni mese .
Tanti eleganti boccioli a mazzetti si aprono in fiori spettinati, doppi, profumatissimi, rosa brillante, con petali increspati e lunghi sepali sottili che si adagiano su un fogliame dai toni grigi come le tante donne che, languide e morbide, abitano i dipinti di Sir Lawrence Alma-Tadema nei cui scenari imperversano migliaia di petali di queste incredibili rose.
Il nome si riferisce all’odore sgradevole che attira moltissimo gli insetti.
I fiori sono di un giallo brillantissimo, i filamenti e le antere rimangono gialli e non virano al bruno anche quando il fiore, invecchiando, sbiadisce leggermente.
Questa rosa si è naturalizzata in molti climi ma predilige estati calde e inverni freddi.
Appartiene alla Sezione delle Pimpinellifoliae
immagine di giardinaggio.efiori.com
‘Bicolor’ è una mutazione instabile che tende a ritornare alla specie tipica.
Esiste un'altra mutazione della R. foetida: la R. foetida ‘Persiana’, che è a fiori doppi.
È una pianta importante, da essa infatti fu ibridata nel 1900 la prima vera rosa gialla da giardino, cioè ‘Soleil d’Or’; tutte le moderne rose gialle o arancione da giardino contengono, nei loro geni, qualcosa della Rosa foetida.