FLORA, il
risveglio della vita
Flora è la dea
romana delle fioriture.
Presiedeva al risveglio primaverile e, in senso più ampio, a tutto ciò che deve sbocciare, quae rebus florescendis praest la gioventù, i sensi amorosi, le belle speranze. Aveva un carattere gioioso e ridente con un’inclinazione per la sensualità e il piacere. Sicuramente era originata da una divinità campestre venerata dalle antiche popolazioni italiche (probabilmente Sabine) prima della conquista romana anche se la versione di Ovidio la collega con la ninfa greca Chloris, prima rapita e poi sposata da Zefiro, che le attribuì la divinità e il governo dei Fiori. |
Lo scrittore latino Marco Marrone, affermava che la dea Flora fosse stata introdotta a Roma dal re Tito Tazio che le aveva fatto costruire un sacello in Campidoglio.
Flora per i romani era la personificazione delle forze nuove della natura e veniva spesso chiamata affettivamente Flora Mater.
Come divinità materna aveva un ruolo di protezione che ci viene raccontato, seppure in forma di scherno, da Sant’Agostino nel descrivere l’affollamento delle divinità romane preposte alla protezione del grano: “Misero dunque Proserpina a sorvegliare i frumenti in germoglio, il dio Noduto le giunture e nodi degli steli, la dea Volutina l'involucro dei gusci, la dea Patelana i gusci che si aprono per far uscire la spiga, la dea Ostilina le messi quando si adeguano alle spighe nuove, giacché invece di "adeguare" gli antichi hanno usato la parola "ostire", la dea Flora i frumenti quando sono in fiore, il dio Latturno quando sono lattescenti, la dea Matuta quando maturano, la dea Roncina quando sono tagliati con la ronca cioè sono mietuti”.
Flora è dunque la protettrice di ciò che è “in fiore”, che è aperto e attende di dare frutto, che ha molto da produrre davanti a sé ed...
il cui futuro va tutelato.