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"LA GRAZIA DELLE ROSE"
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La rose, ce qu’on dit et ce qu’on pense

lunedì 25 giugno 2012

le Erbe di Giugno in Cucina


fonte Testi da

Le Erbe di Giugno in cucina
a cura di
Betty Forner

Giugno è il sesto mese dell'anno secondo il calendario gregoriano ed il nome deriva dalla dea Giunone.
Numerose sono le erbe che si possono trovare in natura in questo rigoglioso periodo dell'anno.
Tra esse, rosmarino, lavanda e iperico sono particolarmente adatte per i loro benefici effetti.

L'IPERICO
È una pianta glabra, con fusto eretto percorso da due strisce longitudinali in rilievo ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché ha le foglioline che in controluce appaiono bucherellate, in realtà sono piccole vescichette oleose da cui il nome perforatum. Le foglie sono opposte oblunghe, i fiori giallo oro macchiettati di nero ai margini hanno 5 petali delicati sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni) da cui il nome popolare.
L'Iperico è conosciuto anche come "erba di san Giovanni", ovviamente il "mistero" di questo nome può essere chiarito soltanto facendo ricorso a varie leggende, le quali tuttavia concordano sul fatto che Giovanni sia da identificare con il Battista e non con l'apostolo. Nella Bibbia si afferma che Giovanni si nutriva di locuste e di miele selvatico. Il termine greco per locusta (akron), però, non indica tanto l'insetto quanto la cima delle piante su cui la locusta si posa; é vero che di solito, nella Bibbia, akron indica l'insetto, tuttavia, quando la leggenda si sofferma a descrivere le preferenze culinarie del Battista, utilizza lo stesso termine sia per l'insetto sia per la pianta.
Il Solstizio d’Estate rappresenta il tempo dell’abbondanza, del calore, dei colori, dei profumi, dei frutti e della fertilità e come tale è una festa della Terra e dell’elemento divino femminile. Alla nascita del Sole bambino durante il Solstizio d’Inverno segue la fecondazione della Madre Terra nei riti di Primavera, che sono la premessa dell’abbondanza estiva.
A tutto questo gli antichi associavano anche il potere di guarigione.
Infatti il Solstizio d’Estate era considerato il momento migliore per la raccolta delle erbe. Nella tradizione, le erbe venivano conservate per l’inverno e utilizzate nella cura di svariate malattie. Una parte, veniva bruciata subito nei fuochi solstiziali. L’erba solstiziale sacra per eccellenza è l’Iperico. Si credeva che raccolto a mezzo giorno, come ancora si dovrebbe fare, era in grado di curare numerose malattie, mentre le radici, raccolte a mezzanotte tenevano lontano gli spiriti maligni. Per questo motivo, era abitudine appendere l’iperico sulla porta delle abitazioni. Hypericon, nel greco antico significa appunto “proteggere” o “sconfiggere un’apparizione”.
In alcune Regioni d’Italia, ancora oggi durante il Solstizio d’Estate la gente si reca nelle campagne e sui monti per raccogliere le erbe selvatiche, un eco di un tempo passato. Un rituale di cui si è completamente perso il significato, ma che riporta gli uomini per un attimo a rivivere gli antichi rapporti che avevano con la Natura.
L'Iperico per uso esterno è utile per trattare la pelle arrossata da pannolini nei bambini, per ustioni, eritemi solari, piaghe da decubito non infette. Per uso interno è indicato per stati depressivi lievi e moderati, disturbi dell'umore, condizioni di ansia, nervosismo ed ipereccitabilità nervosa.
L'uso dell Iperico come antidepressivo ha suscitato notevole interesse anche da parte della medicina ufficiale, sia per l'indubbia efficacia, clinicamente dimostrata, sia per l'elevata sicurezza d'uso del fitocomplesso rispetto ai trattamenti farmacologici. In Germania l'Iperico è ufficialmente approvato per il trattamento dell'ansia e della depressione.

TISANA ALL'IPERICO
50 Grammi di sommità d'iperico
15 Grammi di fiori di tiglio
15 Grammi di fiori di biancospino
10 Grammi di verbena officinale
10 Grammi di foglie di melissa
Portare l'acqua in ebollizione, mettere un cucchiaino di miscela e continuare a bollire per un minuto. Spegnere e lasciare in infusione per 15 minuti. Filtrare e bere dopo cena o prima di andare a letto.


IL ROSMARINO
Il Rosmarino è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Labiatae; i fusti sono legnosi, con portamento prostrato ascendente e può superare i due metri di altezza e si espande facilmente in larghezza. Le foglie sono piccole, lineari, opposte, di colore verde scuro e quasi argenteo sulla parte superiore. Sessili e coriacee, persistono durante l'inverno; i fiori sono irregolari, disposti in verticilli terminali a forma di spiga; hanno colore blu pallido e raramente biancastro. L'odore è intenso d'incenso e canfora ed il sapore é aromatico con proprietà astringente.
Il termine Rosmarinus deriverebbe da "ros" = rugiada e "marinus" = marino, in riferimento al fatto che queste piante vivono in prossimità del mare. Il significato è stato mantenuto in numerose lingue: in spagnolo è chiamato "romero", in francese "romarin", in inglese "rosemary" ed in tedesco "rosmarin".
I Romani fecero del rosmarino il simbolo dell'amore e della morte, Orazio infatti diceva: " Se vuoi guadagnarti la stima dei morti, porta loro corone di rosmarino e di mirto". Nell'antica Grecia veniva bruciato al posto dell'incenso per fare sacrifici agli dei. Gli egiziani lo utilizzavano per curare i vizi di stomaco, le congestioni epatiche ed il vomito. Nei Capitolati di Carlo Magno la specie è presente nell'elenco delle piante che non devono mancare mai negli orti del regno.
Secondo una leggenda i fiori del rosmarino una volta erano bianchi e divennero azzurri quando la Madonna, durante la sua fuga in Egitto, lasciò cadere il suo mantello su una pianta di Rosmarino.
Gli furono conferite anche virtù magiche: nel medioevo veniva usato per scacciare spiriti maligni e streghe durante le pratiche esorcistiche e per secoli venne usato come fumigante per disinfettare le stanze dei malati.
Il Rosmarino é una delle piante simbolo del solstizio d'estate, e nel linguaggio dei fiori il messaggio di questa pianticella sempre verde esprime, "sono felice quando ti vedo", inoltre sembra che portare sul cuore un ramoscello fiorito doni una grande felicità interiore.
Il decotto di rosmarino serviva per la pulizia delle cucine, lavelli, vasche da bagno; rametti di rosmarino venivano posti nei cassetti della biancheria, negli armadi per profumare e tenere lontane le tarme.
Il Rosmarino ha proprietà di antisettico, antispasmodico, colagogo, diuretico, stimolante stomachico, tonico, vulnerario, rilassante, aumenta la memoria, aromatizzante, aperitivo, digestivo, balsamico.
Molto comune nella cucina mediterranea, come è avvenuto per molte erbe è entrato nella cucina attraverso la via della medicina, serve ad aromatizzare arrosti, patate, castagnaccio, verdure saltate in padella, pane,focacce, marinate, cacciagione.
Questa é un'antica ricetta in cui veniva usato il Rosmarino.

VINO AROMATICO AL ROSMARINO
1 Litro di Vino Rosso
25 Grammi di Foglie essiccate di Rosmarino
25 Grammi di Foglie essiccate di Salvia
15 Grammi di Miele
Versate in un recipiente il vino rosso, aggiungendo le foglie essiccate di rosmarino, le foglie essiccate di salvia e il miele. Scaldate il tutto a bagnomaria per 20 minuti, poi lasciate riposare fino al completo raffreddamento. Filtrate, versate in una bottiglia e prendetene un bicchierino a ogni pasto.


LA LAVANDA
Pianta con una base legnosa bruna e senza foglie da cui si sviluppano numerosi fusti erbacei, alti fino a 70 centimetri, a sezione quadrangolare e grigio-pubescenti. Le foglie sono opposte, lanceolato-lineari gradatamente ristrette in un apice acuto, con il margine ripiegato e rivolto verso la superficie inferiore; ambedue le superfici sono biancotomentose, l'inferiore anche ghiandolosa; nei giovani germogli le foglie talvolta sono piane, verdastre e scarsamente pelose.
L'infiorescenza è posta al termine del fusto che nella sua parte superiore manca di foglie; talvolta si hanno infiorescenze laterali inserite all'ascella delle ultime foglie. I fiori sono riuniti in verticilli che nel loro insieme formano una specie di spiga; essi hanno un calice tubulare, tomentoso e di colore bluastro, terminato da cinque denti piccoli e ottusi; la corolla è tubulare e termina alla fauce in due labbra: quello superiore è bilobato, l'inferiore è diviso in tre lobi
sottili.
Il frutto è dato da quattro acheni allungati, di colore bruno e lucenti, posti alla base del calice persistente.
La Lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà antisettiche, vasodilatatorie, antinevralgiche, per i dolori muscolari ed è considerata un blando sedativo.
Nell'antichità la lavanda era usata non solo per il suo profumo e per l'igiene personale ma anche come disinfettante: nel Medioevo e fino al 1700 si cospargevano e si strofinavano i pavimenti utilizzando la lavanda come disinfettante.
La spiga di lavanda è considerata un amuleto contro le disgrazie ed i demoni e si dice che sia anche un talismano per portare prosperità e fecondità. La lavanda è l'essenza astrale del segno zodiacale dell'Ariete.
In aromaterapia, viene utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante ed equilibrante.
Qualche goccia di olio essenziale, aggiunta nell'acqua del bagno, aiuta a rilassare.
Per uso cosmetico, se utilizzata nell'ultimo risciacquo, quando si lavano i capelli, oltre che dare un profumo delizioso, aiuta a combattere i capelli grassi.
I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi é infatti consuetudine mettere dei sacchetti di tela nei cassetti per profumare la biancheria.

GELATO ALLA LAVANDA
1/2 Litro di panna fresca,
100 Grammi di miele fluido,
una manciata di fiori di lavanda
3 uova
In una casseruola mescolate con una frusta miele, panna e uova, quindi raddensare al fuoco, Unite i fiori di lavanda e passate il gelato nella gelatiera o, se non l'avete, versatelo in una vaschetta per il ghiaccio e mettete in freezer. Dopo circa un'ora e mezzo estraete e rimescolate riponendo poi in frigorifero. Ripetete l'operazione almeno un'altra volta prima di lasciare raffreddare completamente il gelato.