IL MACERATO DI ORTICA IN
AGRICOLTURA
Tra tutte le erbe spontanee
che crescono sul territorio italiano vi è una specie in particolare che merita
di essere citata per virtù e pregi veramente a 360°. Si tratta di una specie che
tutti conoscono: si tratta dell’Ortica (Urtica dioica). Questa
pianta viene utilizzata in vari ambiti, e merita di essere valorizzata per le
sue proprietà.
L’Ortica è una pianta che
stimola non solo i processi circolatori nel corpo umano e animale, ma favorisce
anche la formazione della matrice terrestre (Humus). In natura questa
pianta è in grado di elaborare, trasformandola in sostanze umiche, tutta la
sostanza organica di rifiuto che si trova in prossimità delle sue radici che
sono molto attive, estese e ramificate. Cresce spontaneamente lì dove ci sono
squilibri particolari del suolo, quasi come a voler portare ordine. Prolifera in
prossimità di macerie, ruderi abbandonati o mucchi di ferraglia arrugginita; è
una pianta specializzata nel regolare gli squilibri del ferro ed anche gli
eccessi di azoto (è considerata pianta nitrofila). Ma se si osserva bene cosa
accade nel terreno dove cresce l’Ortica si rimane ancor più stupiti: è una
pianta che produce Humus. Dopo qualche tempo che questa specie ha modo di
svilupparsi in un dato luogo si forma un terriccio scuro, profumato e soffice
molto simile all’Humus.
Vi è un altro elemento degno
di riflessione: è raro che l’Ortica cresca dove non vi sia, o non vi sia stata,
la presenza dell’uomo. Ciò denota un rapporto particolare con l’essere umano,
una relazione che lega questo vegetale al regno umano. Viene anche considerata
nell’ambito dell’agroecologia un’essenza importante perché in grado di attirare
numerosi insetti utili.
L’Ortica è utilizzata anche
nella fitorimediazione poiché è in grado di assorbire metalli pesanti
favorendo i processi di bonifica del suolo (fitoestrazione di metalli pesanti –
Dipartimento di Produzione Vegetale, Facoltà di Agraria, Università di Milano).
Mentre Steiner ribadisce che:
“…essa è davvero la massima benefattrice della crescita vegetale, e proprio
non la si può sostituire con altre piante… anch’essa porta in se l’elemento che
dappertutto introduce ed elabora le forze spirituali, porta in sé lo
zolfo… essa dovrebbe veramente crescere intorno al cuore dell’uomo,
perché nella Natura, con la sua grandiosa azione interiore, con la sua
organizzazione interna, è proprio affine al cuore nell’organismo
umano”.
L’Ortica è ricca di vitamine
e di ferro (il ferro è indispensabile per la fotosintesi clorofilliana),
mentre i suoi peli contengono acido formico. Contiene anche sali
potassici e calcio.
Con il macerato di Ortica è
possibile ottenere un estratto vegetale ricco di composti organici e sali
minerali prontamente solubili e disponibili in caso di necessità, carenze o
stress. Il macerato di Ortica si avvicina alla consueta fertilizzazione ed è
preferibile irrorarlo al piede della pianta, per via radicale. Ottimo in caso si
siccità e stress da calore può essere impiegato a seguito di trapianti durante
il periodo estivo per limitare lo stress da trapianto sostenendo la ripresa
vegetativa della pianta. A tal proposito si sposa ottimamente al preparato
500 dinamizzato (macerato di Ortica e 500 possono anche essere
miscelati). Il macerato di ortica stimola la crescita e la resistenza delle
piante.
PREPARAZIONE
L’Ortica va raccolta quando
è ben formata, di un bel colore verde. Meglio al mattino in giorni di
foglie e con Luna ascendente (vedi calendario biodinamico). Si usa tutta
la parte aerea comprendente stelo e foglie (no radici). Per la raccolta è meglio
usare guanti. La percentuale di ferro è massima in aprile e settembre mentre si
riduce in estate anche se, comunque, il periodo migliore per la raccolta è
precedente alla fioritura. Se cresce in pieno Sole sarà più ricca di acido
formico, quindi disporrà di una efficace azione insettifuga, mentre se cresce
all’ombra avrà una buona azione concimante. Potrà essere usata comunque e
indipendentemente dall’ambiente di crescita sia per uno scopo che per l’altro.
Ovviamente non dovrà essere raccolta in prossimità di ambienti
contaminati.
Appena raccolta o leggermente
appassita l’Ortica va messa così com’è a macerare in acqua pulita (va bene anche
acqua piovana). Per 1 kg di Ortica fresca occorrono 10 litri d’acqua. Il
macerato è pronto quando l’acqua è colorata di verde ma assolutamente non
deve emanare odori particolarmente sgradevoli e non vi devono
essere marciumi o putrescenze. La durata del periodo di macerazione
dipende dalla temperatura ed è variabile: in estate piena saranno
sufficienti 3 o 4 giorni circa mentre in autunno o in primavera occorrono
più giorni. No esposizione diretta del contenitore ai raggi solari. E’ bene
coprire il contenitore, ma deve comunque “respirare”. Durante la fase di
preparazione il macerato va mescolato una o due volte al giorno. Deve
avvenire una fermentazione ma non deve arrivare ad una putrefazione (la
colorazione del liquido non dovrà tendere al marrone ma dovrà essere sul
verde).
In mancanza di Ortica fresca
è possibile utilizzare Ortica essiccata oppure Ortica in polvere. In questi casi
varia il dosaggio iniziale che sarà di circa 300 grammi per 10 litri
d’acqua.
E’ buona norma aggiungere al
macerato i preparati da cumulo immergendoli nel
liquido durante il periodo di macerazione. I preparati vanno immersi al momento
dell’allestimento del macerato, dopo aver introdotto l’Ortica nell'acqua, ed
ogni preparato andrà avvolto con un pezzo di stoffa (ad esempio cotone) legato e
appeso. Il 504 sempre centrale rispetto agli altri preparati. Si può
aggiungere anche una manciata di argilla (tipo bentonite) per contenere gli
odori.
Una volta terminato il
periodo di macerazione si filtra il tutto e si diluisce 1:10 oppure 1:20 a
seconda delle necessità e delle esigenze nutrizionali della coltura in questione
(dunque dai 10 litri iniziali se ne possono ricavare 100 o 200 diluendo con
acqua). Si tratta di diluizioni indicative. Anche il dosaggio varia in
base alle caratteristiche ed ai requisiti delle colture. Il macerato di Ortica
ha un effetto immediato sui vegetali anche tramite un aumento delle
concentrazioni di acido salicilico che è un fattore importante per le difese
naturali della pianta.
Lo si può usare nel bagno
radice durante i trapianti, nel bagno semente prima di una semina, nella pasta
per tronchi, e lo si può utilizzare nel compostaggio per attivare o riattivare
il cumulo e per accelerarne la trasformazione in condizioni ottimali. Inoltre
con un periodo di macerazione di 24 ore il macerato svolge un’azione insettifuga
sugli afidi. Responsabile di questa azione è l’acido formico il quale non
sarebbe più presente e attivo dopo le 24 ore. In questo caso occorrono
concentrazioni basse (1:2, 1:3) e trattamenti fogliari.
In ogni caso è bene
somministrare il macerato verso sera ed eventualmente, in caso di necessità, per
3 sere consecutive. Ciò risulta particolarmente indicato in periodi di siccità
oppure per stimolare la ripresa vegetativa. Non andrebbe utilizzato in periodo
piovosi e molto umidi.
Nota: le
Liliacee non gradiscono il macerato di Ortica, per cui su questo tipo di
colture se ne sconsiglia l’uso.
F. Fioravanti
Associazione per l'Agricoltura
Biodinamica Sezione Emilia Romagna
Fondazione LE
MADRI