brano ed immagini tratti da
La Vigilia di Natale
Andrea
Antognini
C 'era una volta, alle porte di una
città perduta fra sogni di angeli bambini, in un luogo lontano, inaccessibile
agli esseri umani, un vecchio albero che si ergeva in una radura di candidi
pensieri... immerso nelle foschie di un mattino d'inverno.
In quel tempo,
ricordo, che Dicembre iniziava a stendere il tappeto rosso ai primi giorni di
vigilia sui sentieri d'anima di quelle creature che, in fondo al loro cuore,
credevano davvero agli gnomi, alle fate e alle piccole magie.
Il vecchio
albero se ne stava là, tutto infreddolito, con i suoi rami nudi, a guardare il
cielo, carico di neve, che di lì a poco avrebbe preso a scendere leggera sulle
sue braccia stanche. Neppure una gemma colorata, nulla che gli portasse un po'
di quella Festa del Natale. Cominciò allora a singhiozzare col vento che gli
passava accanto e quel triste lamento, appena sussurrato, giunse lontano, quasi
all'orizzonte della realtà e si posò sul cuore di due bambini addormentati. Fu
così che dal sonno di quei due piccoli cuccioli nacque un sogno meraviglioso...
che volò, volò fino a lui.
Nello stesso
istante, l'albero sentì posarsi sui rami più alti due uccellini e smise di
singhiozzare... il loro zampettare sulle sue lunghe braccia gli faceva un po'
di solletico e accennò loro un sorriso. Era così tanto tempo che se ne stava lì
solo,
fu così che si fece coraggio e domandò loro:
Cosa
succede per le vie del mondo ? Voi che potete volare fin là, ditemi se ci sono
già le luci colorate sugli alberi e se i bambini sono felici
Cancellate, se potete,
questa mia lunga solitudine.
I due
uccellini cominciarono a cinguettare, ma l'albero non riusciva a capire
nulla...
cercò di prestare più attenzione, ma invano... quei trilli restavano
per lui soltanto una melodia meravigliosa e incomprensibile.
Fra
qualche giorno sarà Natale... continuò allora sospirando
Come vorrei
essere anch'io pieno di luci... coperto dei sorrisi dei bambini,
sentire quel
calore dentro, quella gioia che ho dimenticato
avere un giorno da rincorrere
per sempre.
Gli
uccellini smisero di cinguettare e sembrarono sorridergli
fu solo allora
che, nel silenzio, il vecchio albero riuscì a capire...
a sentire qualcosa che
gli arrivò in fondo al cuore, che lo commosse profondamente,
tanto che gli
sfuggì una lacrima dai mille riflessi dell'amore.
C'era poco
tempo perché i due bimbi, nei loro lettini, si sarebbero svegliati e,
allora, i loro sogni alati, fatti di piume soffici e pieni di quell'incanto che
solo i cuori più puri possono abbracciare... sarebbero di nuovo volati via
dalle sue braccia... e lui sarebbe restato ancora in compagnia della sua
malinconica solitudine.
Fu allora
che accadde una cosa davvero insolita, qualcosa di magico.
Da lontano, il
vecchio albero vide arrivare una strana creatura, avvolta di un manto rosa e
azzurro, come d'aurora. I suoi passi erano lenti, quasi si librasse
nell'aria...come a non voler sfiorare la terra, addormentata sotto la grigia
coperta dell'inverno.
Chiunque fosse quella Signora, l'albero capì che stava
dirigendosi verso di lui, perché la radura dove tanti e tanti anni prima aveva
piantato le sue radici era assai lontana da ogni sentiero e, ormai, solo
raramente, qualcuno arrivava più fin là.
Quando la
Signora gli fu accanto, il vecchio albero, aiutato da un soffio di vento,
cercò
di farle un inchino, ma la sua scorza antica gli permise appena di piegare le
dita
...i suoi rami più alti. Fu allora che lei lo guardò e sorrise.
Chi
sei mormorò con
voce di vento l'albero.
Sono
la Vigilia... la Vigilia del Tempo... e, dicendo quelle parole, aprì le mani e da esse ne
uscì una luce così intensa, che per un istante ogni cosa attorno sembrò
sparire, offuscata da quell'intenso bagliore.
Io
vado per il mondo a regalare la luce, il sentimento che hai provato
è il mio
dono, che riempie di magia ogni attesa; regalo me stessa, la Vigilia del
Tempo alle creature, rendo eterna la loro gioia...il loro attendere
l'attesa.
L'albero non
disse nulla... ma la Signora avvertì lo stesso la sua immensa solitudine,
scrollò il capo, gli sorrise e continuò:
Con
me, questa volta, ho portato per te qualcosa di più... ma è il cuore ed il
sogno di quegli eterni bambini che devi ringraziare... ora quegli uccellini
voleranno di nuovo verso il loro risveglio, ma questa notte aspettali ancora
!
Torneranno ed anch'io ci sarò.
Riuscì
appena a capire quelle ultime parole, che sentì un frullio d'ali
allontanarsi e le sue braccia tornare spoglie.
Il vecchio
albero non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto, ma un profondo senso di
dolcezza e di gioia lo attraversò dalle radici ai rami più alti, fino a
sfuggire verso il cielo. Anche la Signora era svanita nel nulla e il giorno
cominciò a correre veloce,
come le nubi sopra di lui, volando sopra la sua
chioma spoglia.
Quell'attesa fu dolce, rapida come il volo del falco, fu
quasi un sorriso
poi, la sera giunse silenziosa, discreta...quasi in punta
di piedi.
Il cielo era
limpido e l'aria fredda e pungente;
l'albero guardò le mille stelle
occhieggiare verso l'infinito.
Poi, d'improvviso, udì un battere d'ali farsi
sempre più vicino, finché sentì di nuovo posarsi sulle sue braccia i due
uccellini.
Da un raggio di Luna scese la Signora della Vigilia del Tempo
e
si fermò ai piedi del vecchio albero. I due uccellini, ad un cenno di quella
dolce creatura, presero a tuffarsi nel cielo e a riportare, ad ogni volo, un
frammento di stella, per posarlo ora qua ora là sui rami dell'albero.
In poco
tempo quel vecchio tronco divenne l'albero più bello che la Vigilia avesse mai
visto e, quando con un sorriso stava per ringraziare di quel dono
meraviglioso,
la Signora del Tempo lo fermò e gli disse:
No,
non ringraziare me. Questo dono è opera di quei due bimbi, che nei loro
sogni, hanno voluto regalarti una vigilia di Natale tutta loro. Ora, io
aggiungerò il mio regalo
e nel pronunciare quelle parole, aprì di nuovo
le mani e quella luce che aveva già visto all'alba, uscì di nuovo ed entrò nel
tronco, come un alito...linfa d'amore.
Io disse la
Signora aggiungerò a questa vigilia del Natale anche la Vigilia
dell'Eternità Da oggi, ogni notte, ogni istante, sarà vigilia, un'eterna
vigilia
...sarà l'attesa più dolce di tutti i tuoi desideri.
E la tua vita non
conoscerà più buio né malinconia.
Tutto l'amore che hai sempre regalato al
Tempo, oggi il Tempo te lo renderà.
Nella
radura, accanto al vecchio tronco,
quella notte,
dai petali di un bucaneve
scesero stille dai mille colori.
Non seppi mai se fu rugiada o se fu pianto e, da allora,
ogni notte quegli uccellini tornano ad accendere quel cuore
con mille luci rubate in cielo... e quell'albero è ancora là...ad aspettare
felice, un giorno che non verrà perché
di eterna vigilia è diventata la sua
vita.