Il termine
di Rosario si lega alla visione delle rose, ormai da tempo legate al
culto della Vergine, basta citare, fra i tanti, San Bernardo:
Maria è stata una rosa, bianca per la sua verginità, vermiglia per la
carità
scrive, infatti, in uno dei suoi sermoni, vol. III p. 1020
scrive, infatti, in uno dei suoi sermoni, vol. III p. 1020
E se le spine sono il simbolo del peccato,
la rosa è appunto il simbolo della redenzione:
la rosa è appunto il simbolo della redenzione:
Roza ses espina
Sobre totes flors olens
canta il
poeta provenzale Pierre de Corbiac Rosa senza spine, la più profumata dei fiori
e si giunge alla poetica leggenda del XVI sec. secondo la quale la Madonna, salendo
al Cielo, avrebbe lasciato un sepolcro fiorito di gigli e di rose.
‘Mme Hardy’ 1832, Rosa damascena
Il grande mistico san
Bernardo di Chiaravalle paragonò Maria a una rosa bianca per la sua verginità
ed a una rosa rossa per l’amore. Spesso l’iconografia mariana le raffigura
accanto tre corone di rose intrecciate, una di rose bianche per indicare le sue
gioie, una di rose rosse per mostrare i suoi dolori ed infine una di colore
giallo-oro per richiamare le sue glorie e la sua regalità universale. Secondo
il grande vescovo di Milano Ambrogio, il fiore della rosa sarebbe stato
all’origine creato da Dio senza spine che solo in seguito spuntarono sui gambi
a causa del peccato originale per ricordare all’umanità il paradiso perduto. E’
questo il motivo per cui nei dipinti e nelle statue dell’Immacolata Concezione,
cioè di Maria preservata da Dio dal peccato originale fin dal primo istante del
suo concepimento, le rose sono raffigurate rigorosamente senza spine
Don Marcello Stanzione