Il giardiniere lavora
tutti i giorni con l’invisibile, in silenzio.
La moderna biologia gli
insegna le leggi e i meccanismi che governano il
mondo vegetale.
Il giardiniere, lui,
preferisce coltivare il mistero del luogo, lo protegge come
si fa con un tesoro, modesto ma assai
prezioso.
Il vero giardiniere,
quello che opera insieme alla natura e con il ‘genius loci’
quello che senza posa,
lavorando, gioca con il mistero del mondo vegetale.
Tutto, tutto è sempre
nuovo.
Con la passione del poeta
interroga il mondo che lo ospita e che è
infinitamente più grande
di lui. È il giardiniere-poeta.
Questo giardiniere è il
più umile della Terra.
La sua opera deve
incessantemente ricominciare e va, come egli sa bene,
oltre lui. Il suo è un
lavoro certosino, minuzioso, fatto di amore e di
pazienza, da svolgere in
disparte dal mondo, illuminato da una fede
profonda e dolcemente
cieca.
Il sentiero che porta all’opera
si percorre in ginocchio.
Jorn de Précy